Suolo

Tra le principali cause dei fenomeni di dissesto idrogeologico del nostro Paese vi sono innanzitutto le particolari caratteristiche geologiche e idrografiche del territorio italiano le quali determinano una naturale predisposizione verso fenomeni di instabilità, quali frane e alluvioni. Inoltre, i fenomeni di dissesto sono da imputare anche ai cambiamenti climatici in corso i quali generano eventi meteorologici sempre più intensi ed estremi. È però importante dire che l’intensità e la frequenza dei fenomeni di dissesto idrogeologico è progressivamente cresciuta soprattutto negli ultimi decenni, in concomitanza dei quali si è accentuato anche l’abbandono delle campagne. É emersa, quindi, una stretta relazione tra questi due fenomeni, ovvero che l’abbandono delle campagne e la mancata manutenzione accresce le già presenti criticità idrogeologiche. Questo dato è stato analizzato dall’UNCEM 1 in termini di SAT 2 la quale risulta diminuita di 1/3 negli ultimi 50 anni, passando da poco meno di 270mila kmq, nel censimento agricolo del 1961, ad appena 170mila kmq, nell’ultimo censimento agricolo, su 300mila kmq che formano l’intero territorio nazionale [UNCEM, 2020]. Queste superfici territoriali “abbandonate” dalle aziende agricole all’imboschimento spontaneo riducono drasticamente la funzionalità idraulica del territorio e i tempi di corrivazione delle piene aumentando così il trasporto solido nelle acque. Dunque, secondo UNCEM, occorre agevolare chi vuole reinsediarsi recuperando attività agricole e zootecniche sui versanti poiché questi reinsediamenti garantiscono servizi ecosistemici e ambientali.

Riduzione delle Superfici Aziendali Totali 1961-2010 – Superficie territoriale interessata dal dissesto [UNCEM, 2020]

In una situazione di emergenza idrica globale caratterizzata da fenomeni di siccità sempre più intensi causati dai cambiamenti climatici in atto, per poter garantire tali reinsediamenti agricoli, capaci di apportare servizi all’ambiente quali conservazione della biodiversità e del paesaggio, sicurezza idrogeologica, cultura e tradizioni, si rende necessario l’utilizzo di tecniche agricole cosiddette “conservative” o “blu”. Infatti, mentre le tecniche agricole “convenzionali” quali ad esempio monosuccessione, bruciatura dei residui colturali e aratura, comportano nel tempo un depauperamento del suolo con conseguente riduzione delle rese agricole, l’agricoltura conservativa è capace di generare un equilibrio tra fertilità del suolo agrario e sostenibilità economica dell’attività agricola. Questo in quanto, attraverso la creazione di condizioni ottimali per lo sviluppo radicale e per l’assimilazione dei nutrienti, genera benefici economici duraturi legati ad una maggiore e qualitativamente migliore resa agricola. Inoltre, il potenziamento della fertilità dei suoli generato dall’agricoltura conservativa comporta, a sua volta, un miglioramento dell’infiltrazione dell’acqua meteorica e una riduzione delle perdite per evapotraspirazione, con evidenti riduzioni dell’erosione da ruscellamento superficiale e dei quantitativi di acqua di irrigazione. 

Tra le principali tecniche di agricoltura conservativa si ricordano:

  • Diversificazione colturale
  • Riduzione delle lavorazioni
  • Utilizzo del cippato di ramaglie fresche: Metodo B.R.F.

Utilizzo del metodo BRF in una piantagione di fagioli

In particolare l’uso diretto del cippato di ramaglie fresche, senza passare tramite il processo di compostaggio, fornisce al suolo nutrimento, struttura ed energia. Il BRF, infatti, stimola la produzione di funghi responsabili della digestione del legno con conseguente liberazione controllata di azoto e altri nutrienti. Grazie a questi ultimi è possibile osservare un aumento spettacolare delle rese produttive. A ciò, inoltre, si aggiunge un accumulo di humus stabile con aumento della resistenza alla siccità e ad alcune malattie. Dunque il fattore fondamentale di questa tecnica di aggradamento del suolo è che la ramaglia riesce a trattenere l’acqua mantenendo il terreno costantemente umido e soffice e limitando così le operazioni di concimazione e irrigazione. Tale tecnica risulta adatta soprattutto all’orticoltura e ai frutteti.

  1. UNCEM: Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani
  2. SAT: Superficie Aziendale Totale
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