Area campione
Gli ambiti territoriali più significativi ai fini della sperimentazione di un approccio integrato e multifunzionale delle risorse idriche sono le aree naturali protette, proprio come il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, vero e proprio laboratorio istituzionale globale, essendo una delle otto Aree a Designazione Internazionale Multipla (mIDAs) nel mondo. Possiede in particolare quattro designazioni internazionali UNESCO, essendo Geoparco Globale, Patrimonio dell’Umanità, Riserva di Biosfera e Comunità Emblematica della Dieta Mediterranea. In queste aree gli enti gestori hanno il dovere di conservare e valorizzare la biodiversità dell’area attraverso l’interazione uomo-ambiente, di difendere e ricostituire gli equilibri idraulici e idrogeologici e di contribuire alla conservazione di cultura e tradizioni.

L’ambito principale territoriale di riferimento si estende su gran parte della superficie comunale di Pollica, allargandosi sino ai confini del comune di San Mauro Cilento, coinvolgendolo in parte. Il bacino idrografico di riferimento è quello del Torrente Iandolo, che con una superficie pari a circa 10.5 km2, vede la sua origine da una sorgente alle pendici sud-occidentali del Monte Stella (1131 m s.l.m.), per sfociare, successivamente, sulla costa occidentale del Comune di Pollica, a sud-est dell’abitato di Acciaroli. Procedendo verso valle il torrente raccoglie le risorse idriche provenienti da un gran numero di affluenti di media e piccola dimensione, di carattere prevalentemente stagionale, e da numerose sorgenti minori comprese all’interno del bacino idrografico superficiale.
Tali sorgenti minori e diffuse possono essere caratterizzate e studiate attraverso la lettura della Carta Idrogeologica dell’Italia Meridionale. In particolare, in prossimità del Monte Stella il flusso idrico sotterraneo ha come direzione prevalente il Nord, dovuta all’inclinazione degli strati di bedrock impermeabili situati in profondità. La presenza di sorgenti a Sud del monte, ovvero nell’area campione, è invece attribuibile a tre faglie dirette le quali indirizzano proprio verso Sud i flussi idrici sotterranei. Inoltre, in tutta l’area oggetto di analisi è presente il “Complesso idrogeologico delle successioni arenaceo-calcareo-pelitiche” nel quale la presenza di intercalazioni pelitiche genera una modesta circolazione idrica sotterranea nella coltre di alterazione superficiale e, soltanto dove la parte litoide fratturata prevale su quella pelitica, si può instaurare una circolazione idrica relativamente più profonda [Legenda della Carta Idrogeologica dell’Italia Meridionale – Programma INTERREG IIC].

Dal punto di vista dell’uso del suolo, la parte più a monte del bacino è costituita principalmente da aree boschive o in cui si è sviluppata macchia mediterranea. Procedendo verso valle, invece, ci si trova di fronte ad aree più o meno coltivate ed anche parzialmente antropizzate.
